lunedì 28 maggio 2007

Lavagne interattive tra teoria e pratica


Foto by chappie

Il valore delle lavagne interattive (vedi post in merito) è induscitibile, ma il problema rimane sempre la formazione dei docenti, in quanto, come spesso accade anche con altre tecnologie, manca l'effettiva connessione tra l'utilizzo dello strumento e la modalità di fare lezione.

Tutto ciò è stato messo in luce dalla rassegna "Scuola 8.0", il seminario internazionale sull'uso della lavagna interattiva nella didattica, che si è svolto a Bologna la scorsa settimana.

Al convegno in questione hanno partecipato 700 persone tra studenti e docenti, i quali hanno reso pubbliche le loro esperienze con il suddetto strumento. Nonostante fossero presenti anche esponenti di altre regioni, l'Emilia-Romagna e in particolare la città di Bologna si sono distinte per la loro capacità di innovazione e sperimentazione, come dimostrato dalla rapida adozione delle lavagne multimediali nelle scuole del luogo.

Luigi Guerra, preside della facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Bologna, durante il seminario ha parlato di una "deriva tecnocratica in assenza di chiari modelli metodologici di riferimento sull'uso della lavagna". Per questo si è impegnato, con il suo dipartimento, ad approfondire il problema.

Dell'importanza degli strumenti multimediali a scuola se n'è resa conto anche la Fondazione Carisbo, che nel 2006 ha donato a tutte le scuole di Bologna un'aula con l'intera strumentazione e, per l'anno prossimo, essa si è già detta disponibile a fornire un secondo kit di lavagne interattive.

Come spesso accade il problema non sono i mezzi in sè, ma l'effettiva applicazione degli ultimi ritrovati tecnologici alla didattica: uno strumento innovativo di cui non si sfruttano adeguatamente le potenzialità non giova all'apprendimento, bensì penalizza tutti quesgli studenti che potrebbero beneficiare di pratiche di insegnamento che nella realtà non vengono messe in atto.

Post scritto da Rossella Farina

lunedì 21 maggio 2007

Formazione permanente online per tutti i docenti


Foto by mellmoubraulio

Le nuove prospettive della formazione professionale dei docenti escono dalla dimensione corsuale specifica e si indirizzano verso un sistema di apprendimento permanente in cui diventano decisivi lo scambio e la comunicazione.

In quest’ottica Indire, sito web preposto allo sviluppo dell'autonomia scolastica, ha dato vita ad una nuova iniziativa chiamata FOR, ossia un progetto destinato a tutti i docenti che desiderano percorrere la strada della didattica associata alla tecnologia.

Da un paio di mesi è possibile usufruire di tale servizio, che offre agli insegnanti la possibilità di:
· Accedere ad un ambiente di lavoro permanente, che superi la dimensione contingente del corso.
· Offrire un punto di incontro per chi vuole aderire ad un modello di formazione basato sulla cooperazione on line.
· Fornire strumenti di lettura e di riflessione sui temi della didattica e delle tecnologie.

Per raggiungere questi obiettivi FOR si presenta come un ambiente dalla struttura flessibile che permette di svolgere delle attività sia da autodidatti che partecipando a gruppi di discussione, offrendo nuovi spunti su cui lavorare e suggerimenti da approfondire.

Entrare in FOR per i docenti interessati è semplice; infatti chi negli anni scorsi ha partecipato ai corsi in PuntoEdu, entrando nei vecchi ambienti dovrà solo cliccare su un pulsante per immergersi nel nuovo progetto, chi è iscritto ai corsi di PuntoEdu più recenti beneficia di un'accesso automatico e infine chi non ha mai partecipato a iniziative simili in passato può richiedere alla propria scuola di essere iscritto a FOR.

Non esistono quindi barriere alla formazione permanente online, l'importante è la volonta di adeguarsi alle nuove tecnologie e di applicarle realmente alla pratica di insegnamento, innovando i propri metodi e adeguandoli alla generazione digitale che occupa le aule scolastiche.

Post scritto da Rossella Farina

mercoledì 16 maggio 2007

L’USABILITA’ DEL WEB PER GLI IPOVEDENTI

Venerdì 25 maggio a Piegaro si terrà un Convegno per valutare “Accessibilità e usabilità del web” nel caso di soggetti ciechi o ipovedenti. L’incontro avrà inizio alle ore 9.30 e gli argomenti trattati saranno molteplici.

Gli interventi riguarderanno il web in generale, con la crescente necessità di formare esperti di progettazione consapevoli e affidabili, per passare nella mattinata all’analisi dei problemi legati alle difficoltà di accesso al web. In collaborazione con l’Associazione dei ciechi e ipovedenti di Perugina saranno i problemi visivi al centro dell’attenzione.

Il convegno, seppure non prettamente di rilievo scolastico, merita comunque attenzione dato che nelle scuole italiane sono andati moltiplicandosi i supporti per la telematicità a favore di soggetti con handicap o con problematiche fisiche. Inoltre spesso la visione su schermo può accentuare i disturbi visivi, il cui primo insorgere avviene solitamente nella fase dello sviluppo.
Un tema dunque da tenere d’occhio.

Informazioni e prenotazioni

Articolo pubblicato da Stefania Polo
Fonte: Indire
Foto by BurningQuestion

Il ruolo del computer nell'insegnamento della lingua straniera

Foto by machado17

Il computer ha assunto diversi ruoli in relazione all'insegnamento della lingua straniera a scuola negli ultimi decenni.

Vediamo le principali tappe.

Anni ‘60-’70: il computer è una semplice macchina; infatti è considerato come uno strumento dispensatore di esercizi, capace di valutare immediatamente la correttezza delle risposte date dallo studente e di correggerlo. Il fine di questo tipo di uso è l’acquisizione sicura delle strutture linguistiche, ma non aggiunge alcuna innovazione all'insegnamento tradizionale, semplicemente il pc velocizza e supporta il processo di apprendimento della grammatica e della sintassi.

Anni ’80-’90: nasce il CALL (Computer Assisted Language Learning); se la lingua è comunicazione, l'allievo deve essere attivo, operare delle scelte, produrre frasi in contesti comunicativi, piuttosto che manipolare contenuti preconfezionati da ripetere e memorizzare. Il ragazzo deve poter interagire con una macchina flessibile in relazione a tante possibili risposte. Il computer diventa così tutor e tool, ossia uno strumento che guida lo studente dandogli però maggiore possibilità di scelta, controllo e interazione. Il fine diviene migliorare la padronanza linguistico-comunicativa.

Col nuovo millennio due innovazioni tecnologiche apportano una vera rivoluzione all’apprendimento della lingua straniera: la multimedialità e Internet.

Questi due elementi cambiano completamente il ruolo del computer rendendolo un alleato prezioso per l'insegnante di lingue straniere, soprattutto di lingua inglese, che ora come ora è l'idioma-emblema della comunicazione globale sul web.

Il computer travalica i limiti della semplice erogazione di periodi da completare, trasformandosi in un mezzo di comunicazione potentissimo, da usare sia per trovare informazioni, sia per interagire con gli altri, inviando e ricevendo messaggi in modalità sincrona e asincrona. Internet permette la realizzazione di una comunicazione in classe con tutto il mondo, anche se paradossalmente molti la relegano ancora nell’ambito del “virtuale”.

Nella comunicazione online invece tutto è reale: la possibilità di relazionarsi con persone, organizzazioni, associazioni e di avere un feedback continuo, è sicuramente più aderente al vero rispetto ad esercizi con risposte multiple tra cui scegliere quella corretta.

Se è giusto che prima si consolidino le strutture grammaticali e lessicali, una volta appresa la base della lingua è giusto “metterla in pratica” sfruttando un mezzo che dà l’opportunità di sperimentare la vera comunicazione, al di là delle simulazioni svolte in classe.

Post scritto da Rossella Farina

lunedì 14 maggio 2007

Mente e Nuove Tecnologie: i cambiamenti secondo Howard Gardner


Howard Gardner, famoso psicologo dell’età evolutiva e neuropsicologo americano, noto per la sua teoria delle Intelligenze Multiple, interviene in un blog americano dedicato ai media digitali e l’insegnamento per dire la sua su Nuove Tecnologie e cambiamento.

Il tema è quanto mai attuale: può il rapporto con i Nuovi Media cambiare il modo in cui lavora la nostra mente?

Secondo Gardner sì. Interpellato nell’Aprile 2007, il celebre studioso ha affermato che l’utilizzo delle Nuove Tecnologie cambierà la nostra mente, sia nei suoi contenuti sia nel modo in cui processa le informazioni, sebbene i cambiamenti più profondi avverranno lentamente. Così come la scrittura ha modificato il modo in cui parliamo, categorizziamo e ricordiamo, i Nuovi Media digitali produrranno dei cambiamenti sostanziali, ma non immediatamente manifesti e comprensibili.

I più profondi effetti riguarderanno le categorie classiche kantiane, attraverso le quali facciamo esperienza del mondo. Le Nuove Tecnologie digitali secondo lo studioso possono accelerare il processo attraverso il quale ciascuna di queste categorie può essere rappresentata e appresa in modo nuovi, rendendo l’esperienza di vita qualitativamente diversa.

Per quanto riguarda lo spazio, con la possibilità di avere accesso istantaneo ad altri individui nel mondo e con la frammentazione del concetto stesso di spazio, tale categoria è destinata ad essere non più di una metafora.

Con la possibilità invece di renderci accessibili all’altro in qualsiasi momento del giorno e della notte, con modalità multitasking sempre più diffuse e con un flusso di informazioni che viaggia a velocità istantanea, anche il tempo è una categoria destinata a cambiare inesorabilmente.

Con il fatto poi che gli oggetti con i quali operiamo ogni giorno siano sempre più di natura inanimata, simbolica o virtuale, il continuum inanimato-fisico è destinato a perdere di significato e con esso il concetto di proprietà. Un esempio su tutti Wikipedia, enciclopedia costruita con il contributi anonimi di migliaia di utenti.

Le categoria di identità personale, con la facilità con la quale può essere creata, formata ed agita, renderà difficile stabilire chi sia qualcuno e chi non sia. Così come la relazione sarà resa diversa dalla facilità e fluidità con la quale stabiliamo contatti online con altri dei quali non abbiamo informazioni certe rispetto alla loro vera identità.

Potete leggere l'intervento completo qui.

Post scritto da Concettina Bertolone Mele


sabato 12 maggio 2007

Non solo Europa: come le famiglie del resto del mondo utilizzano i media

Foto by -Nico-'s
"It's a family affair: the media evolution of global families in a digital age" è una ricerca di mercato condotta da Yahoo! e OMD che si è concentrata sull’uso che si fa di internet e dei media in famiglia, in modo particolare nell’area americana e asiatica.

Questo studio rivela come le tecnologie siano spesso le protagoniste dei più importanti momenti della vita familiare; infatti il loro impiego in ambito domestico raggiunge negli Stati Uniti una media di 43 ore settimanali e gli usi di esse indicano un forte recupero dei valori tradizionali.

Il supporto tecnologico è essenziale per la gestione del tempo, per lo svolgimento delle occupazioni, per i contatti con i più stretti congiunti e per sorvegliare i figli. La tecnologia ha aumentato incredibilmente la capacità di comunicare delle famiglie e in modo particolare i giovani non riescono più ad immaginare una vita senza di essa, tanto che Il 55% dei 18-34enni interpellati, afferma che se non esistessero non riuscirebbe a mantenere le relazioni con amici e parenti.

La ricerca mostra che anche nei paesi in via di sviluppo le famiglie dispongono di tecnologia e media come negli USA, la differenza è data dalla tipologia di mezzi impiegati entro la dimensione casalinga: i nordamericani usano di più la telefonia mobile, i sudamericani privilegiano largamente i DVR (video registratori digitali), in Asia prevale l'MP3 e in Cina è molto diffuso il video online.

Le attività svolte insieme alla famiglia dominano la classifica degli usi più frequenti delle tecnologie: accanto ad un consolidato 70% che guarda in compagnia dei propri cari la TV, si fa strada un 50% che condivide con i componenti della propria famiglia il momento di visione dei DVD, fino ad arrivare ad un 20% che naviga su Internet insieme al proprio nucleo familiare.

Se pensiamo alla nostra realtà quotidiana, ci viene in mente come il computer sia ancora un arcano per molte persone che vivono accanto a noi e come le tecnologie vengano talvolta percepite come un ostacolo alle relazioni piuttosto che come un supporto ad esse.

Questi dati mostrano che l’utilizzo in ambito familiare dei media può essere vissuto con serenità e fornire un valido sussidio alla comunicazione e ai rapporti interpersonali: da noi questa consapevolezza comincia ad affiorare, ma in molti casi è ancora agli albori.

Possiamo augurarci per il futuro di procedere lungo la scia della presa di coscienza di tali potenzialità e del loro sfruttamento in toto.

Post scritto da Rossella Farina

mercoledì 9 maggio 2007

INTERNET E’CREDIBILE?

foto by nonsolosoft

Prima di autorizzare un utilizzo esteso di qualunque supporto, se ne vagliano pregi e difetti, tanto più se si mira ad utilizzarlo in un campo delicato come quello scolastico. Una ricerca recente fa luce sulla credibilità di Internet, o meglio sui servizi e siti che in esso sono reperibili.
I risultati della prima ricerca italiana sull’argomento sono stati ottenuti da Spazio RP, sotto la direzione di Roberto Portauova, e sono confluiti nella creazione di una mappa dei siti maggiormente credibili ed influenti.

La presentazione dei risultati si terrà il 20 giugno a Roma, occasione a cui parteciperanno numerose personalità di settore, proprio per discutere. Il coordinatore della ricerca sostiene infatti che si tratta di un’occasione non tanto per presentare un quadro esaustivo, ma per aprire dubbi e finestre di dialogo verso un miglioramento della “competenza” della rete.

I principali argomenti che verranno discussi sono:
Internet come luogo di aggregazione sociale e di costituzione di movimenti di pensiero;
Nuovi modelli di informazione;
Notizie e aggiornamenti liberi o a pagamento.

Stupisce purtroppo come tra il lungo novero degli invitati non risultino esponenti delle scuole, dato che sono principalmente i giovani ad avere creato la realtà estremamente dinamica del Web 2.0.
Un ritardo e una disattenzione che rischia di costare caro, anche perché come sito migliore si candida quello del Ministero degli Esteri, mentre quello della Pubblica Istruzione rimane in ombra.

Articolo pubblicato da Stefania

martedì 8 maggio 2007

Cellulari a scuola: Italia ed Europa a confronto


Foto by compujeramey

L’utilizzo del cellulare a scuola è sempre stato un argomento controverso e intricato.

Se un tempo il timore più grande era dato dalla possibilità di scambiarsi delle informazioni durante i compiti in classe, oggi fanno più clamore gli episodi di violenza, di bullismo e di volgarità gratuita filmati con i telefonini e marcatamente enfatizzati dai mass-media.

Vediamo ora come è stata affrontata la questione in Italia e in Europa.

Oggi nel nostro Paese la normativa prevede:

· il divieto assoluto dell'uso dei cellulari durante le attività didattiche.

· l’introduzione da parte delle singole scuole di sanzioni ad hoc per chi viola il divieto, compresa, nei casi più gravi, la non ammissione allo scrutinio finale o all'esame di Stato.

In Germania l’unico Land che proibisce l’uso del cellulare è la Baviera, mentre le altre regioni non concordano su tale posizione.

In Inghilterra non ci sono linee guida a livello nazionale da seguire, ma ogni istituzione è libera di scegliere la politica didattica che ritiene più opportuna. La tendenza generale non mira tanto al divieto totale dell’uso del cellulare, quanto a chiarire le regole dell’utilizzo del mezzo in classe, in quali casi esso sia accettabile e in quali no.

In Francia ci si interroga sulla possibilità di introdurre una misura nazionale dato che per il momento ogni scuola gode di autonomia e può operare liberamente delle scelte in merito.

In Spagna le Comunità Autonome hanno una grande libertà di manovra nell’ambito educativo e anche in questo caso ogni istituto può beneficiare di un elevato grado di autonomia per quanto concerne la regolamentazione dell’uso del telefonino.

Infine la Svezia sta preparando una nuova legge sull’educazione che con molte probabilità contiene norme sull’uso dei cellulari, ma per il momento non esistono disposizioni a livello centrale sull’uso dei telefonini.
Post scritto da Rossella Farina

lunedì 7 maggio 2007

Bambini e Nuove Tecnologie in numeri


Foto by Coffee Monster

Alcuni dati interessanti che riguardano il rapporto tra bambini in età scolastica e nuove tecnologie provengono dalla ricerca svolta dall’Università di Udine intitolata “Bambini, media e nuove tecnologie”. La ricerca, basata sulla somministrazione di un questionario, è stata coordinata dal Prof. Francesco Pira e condotta nel giugno 2006 su un campione di 1212 bambini di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni, distribuiti tra le regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Abruzzo, Campania e Sicilia.
Dalla ricerca emerge che l’89% degli intervistati possiede un PC, nel 40% collocato nella propria stanza ed utilizzato nel 70% dei casi per giocare e studiare; l’80% dei bambini possiede videogiochi. Circa la metà del campione ha un accesso ad Internet, prevalentemente usato per la navigazione a scopo di studio e ricerca. Il 16% utilizza l’e-mail, il 10% chatta e il 5% partecipa a blog. Il computer è usato prevalentemente di pomeriggio (78,5%) e di sera (40,6%). Un’ora e un quarto è il tempo trascorso in media al computer nel 72% dei casi. Nessun dato diffuso riguarda l’eventuale presenza di adulti durante la navigazione in Internet, mentre sappiamo in base alla ricerca che 60% dei bambini guarda la televisione da solo.

Post scritto da Concettina Bertolone Mele

Lavagna Elettronica Interattiva: la scuola oltre lo schermo


Foto by pgobriant

E’ la Lavagna Interattiva al centro della Rassegna Scuola 8.0 che si terrà a Bologna il 16 e 17 maggio 2007. L’obiettivo dell’incontro sarà quello di condividere e confrontare l’esperienza delle scuole italiane che utilizzano la Lavagna Interattiva nella pratica didattica.

Ma di che strumento di tratta?

La Lavagna Elettronica Interattiva è un pannello di lavoro collegato ad un PC, controllato tramite la sua superficie touch-sensitive. Premendo su di essa è possibile controllare tutte le applicazioni del computer e con una penna o con le dita si possono fare annotazioni, evidenziare elementi, cancellarli, spostarli e così via. In altre parole si tratta di un’estensione tecnologica particolarmente potente della tradizionale lavagna di ardesia, che unisce le potenzialità del Personal Computer e della rete Internet all’informalità e praticità del “carta e penna”.

L’utilizzo che ne può essere fatto varia dalla presentazione della lezione del docente alla esercitazione individuale o di gruppo degli allievi, con la possibilità di alternare lettura e scrittura di testi a materiali multimediali come immagini, video, file audio. Lo spazio creato dalla Lavagna Interattiva è uno spazio dinamico e costruttivo, in cui più menti collaborano tra di loro per la realizzazione di conoscenza ed esperienza.

Sono in molti a credere che la Lavagna Elettronica Interattiva possa contribuire ampiamente a creare un ambiente didattico stimolante e costruttivo e l’auspicio è che essa trovi larga diffusione nelle scuole italiane, vista l’esperienza di successo sperimentata in molte altre nazioni.

Post scritto da Concettina Bertolone Mele

sabato 5 maggio 2007

Tagli alle spese scolastiche: la prima vittima è Internet


Foto by escraper

Dal primo maggio il Ministero della Pubblica Istruzione ha sospeso tutte le linee Internet ADSL e ISDN che gestiva mediante un contratto stipulato con la società Pathnet (gruppo Telecom) e che garantiva un certo livello di connettività a tutte le scuole.

Il Ministro Fioroni afferma che questa decisione era inevitabile, in quanto un organo unico non poteva più sostenere una spesa di tale entità per ogni istituto scolastico.

Entra così in vigore la riforma e ogni scuola riceverà un contributo di 480 euro annuali per attivare un collegamento ad Internet.

Se il Ministero sottolinea i vantaggi in termini di personalizzazione della connessione, autonomia scolastica e incentivo all'autogestione, i suoi detrattori puntano il dito sulla scarsità del fondo destinato alle scuole, nonchè sulla penalizzazione di un mezzo già poco utilizzato a livello didattico a fronte del suo impiego nella vita quotidiana.

Potete leggere tutto il testo riguardante le modalità di riorganizazione dei servizi di connettività delle istituzioni scolastiche qui.

Post scritto da Rossella Farina

mercoledì 2 maggio 2007

Videogiochi a scuola: l'Italia è ancora indietro


Foto by eliane_alhadeff's

L'idea che un videogioco possa essere applicato alla didattica non è nuova, ma la definizione "videogioco educativo" lascia perplesso più di un insegnante.

Eppure particolari tipologie di videogame hanno riscosso molto successo all'estero e si sono rivelate utili al fine del potenziamento cognitivo degli studenti, come nel caso di Ayiti - The Cost of Life, un gioco che simula le difficoltà di vita ad Haiti, rivolto al target 11-18 anni.

Questa iniziativa è stata lanciata nelle scuole di New York nel 2005 e gli studenti coinvolti nella fase sperimentale hanno progettato le dinamiche di gioco, poi sviluppate e perfezionate da professionisti del settore, i quali hanno seguito le disposizioni fornite dagli allievi. Attualmente Ayiti è a disposizione di tutti gli insegnanti della Grande Mela che ne vogliano fare uso.

Da programma didattico, ogni ragazzo ha a disposizione mezz'ora per decidere come far sbarcare il lunario ad una famiglia haitiana e il resto del tempo viene dedicato ad approfondire le tematiche incontrate durante la simulazione (problemi di lavoro, di mantenimento, di salute ecc.) mediante una discussione in classe.

Un buon videogioco scolastico permette di simulare il problema, tentare approcci alternativi per risolverlo e si accompagna ad un confronto in aula di come gli alunni hanno valutato quest'esperienza.

Ayiti è l'emblema di come la didattica tradizionale possa fondersi con elementi innovativi, aggiungendo un plus valore alle lezioni "classiche", tuttavia nel nostro paese questa possibilità non è ancora stata presa in considerazione seriamente.
Post scritto da Rossella Farina

BENVENUTI!

foto by electrolyte2006
Questo blog nasce nell'ambito di un progetto di ricerca sull'Internet generation. Abbiamo deciso di focalizzare il nostro interesse sui rapporti tra scuola, psicologia e la gestione della conoscenza tramite i nuovi media.
L'argomento rifuarda la tematica in generale, anche se all'interno di questa abbiamo individuato tre aree:
  • un ambito specifico su media education e tecnologie per la scuola.
  • un area sulle relazioni tra scuola e livello organizzativo e territoriale.
  • un ambito specifico sulle relazioni tra scuola e famiglia.
Eventuali aree ulteriori si sovrapporranno in corso.
Per eventuali altre informazioni si rimanda a
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